Prefazione Direttore Opera

Prefazione

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A cura del Direttore di
OPERA DELLA TRINITÀ SANTISSIMA

Nell’ambito di una vera conoscenza del rapporto con Dio, inteso come esperienza di colloquio con il Divino, sorge esplicito considerare le modalità d’intervento, che sono sempre dettate dalle caratteristiche spirituali dell’individuo, mezzo tramite il quale egli si dispone all’ascolto.

  • La semplicità, caratteristica personale tramite la quale ognuno di noi può abbandonarsi alla volontà del Divino;
  • La fede, la speranza e la carità, le tre virtù teologali ampiamente citate da San Paolo nella sua lettera ai Corinzi (1Cor 13:13);
  • Infine l’umiltà di cuore, riconoscersi fragile e con limiti di fronte a tanta magnificenza.

Sono proprietà intrinseche di un essere umano a cui il Divino può manifestare la sua Parola. Qualità e aspetti che gli appartengono per natura, che fanno parte della sua essenza e non sono dovute a fattori esterni. In parole semplici, sono le proprietà “interne” o “proprie” di una persona, ne definiscono l’identità e il valore.

La mente della persona, nel momento in cui inizia a ricevere la manifestazione soprannaturale, viene liberata dall’insieme delle funzioni cognitive, i sensi vengono delegati al Padre, tutte le percezioni passano per volontà superiore, favorendo una disposizione mentale atta a manifestare la rivelazione soprannaturale.

In primo luogo è importante sapere che non tutte le persone possono ritenersi “sommariamente” favorite al contatto con il soprannaturale. Le anime “scelte” sono già predestinate ad una futura vita rivelatoria del Divino, ancor prima della loro nascita. Questo perché il Padre nostro che è nei Cieli sa già quale anima mettere sulla Terra in un preciso periodo storico, i suoi disegni sono imperscrutabili, come ci espone San Paolo nella sua Lettera ai Romani (Rm 11:33-36), o come si legge anche nel capitolo 7.33 della Lettera 194 di Aurelio Agostino d’Ippona, filosofo, vescovo, teologo, monaco e mistico romano di origine berbera e lingua latina, è Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica (conosciuto semplicemente come Sant’Agostino per la sua opera più celebre: Le Confessioni).

L’Amore di Gesù è universale, ed è sorprendente constatare quanto la sua Onnipotenza sorpassa ogni pensiero umano. Questa verità la si può evincere soltanto con le proprie esperienze di vita cristiana.

Oltretutto, avendo vissuto indirettamente e per molti anni vicino ad anime elette, posso asserire con molta coerenza che l’intervento dell’Amore di Dio, come predisposizione a ricevere la sua Parola, è prescritto ancor prima della nascita.

Per dare più concretezza a questa verità, posso esprimere questo concetto con una semplice similitudine. La vita è un immenso dono del Signore Gesù, un regalo della Santissima Trinità riconducibile al progetto Divino della creazione dell’uomo sulla Terra. Tuttavia è anche vero che Dio è Onnipresente, ieri, oggi e domani è e sempre sarà nelle sue Santissime Mani. Allora tutto ciò che esiste nelle nostre vite è volontà del Padre, il nostro percorso è già scritto nel libro della vita.

Prendiamo come esempio la vita di ognuno di noi qui sulla Terra, se la paragoniamo ad una strada, qualche volta ci può apparire spianata, quasi come una lunga e rettilinea autostrada e altre volte ci può apparire come un irto sentiero di montagna, stracolmo di sassi aguzzi. Ma proprio quando siamo sul sentiero di montagna (quindi nella prova) pretendiamo di cambiare strada, ma sono scelte che portano ad un’incognita, cosa troveremo nel percorso che abbiamo scelto di intraprendere? Il Signore probabilmente non è passato di lì per renderci “la strada” un po’ meno impervia.

Anche se qualche volta ci capita di essere nella prova, il Signore Gesù vuole solo darci l’opportunità di raggiungere la santità, perché Egli è nostro ed unico benefattore, a Lui renderemo un giorno la nostra anima e come un vaso potrà contenere più o meno perle, ma solo se avremo usato bene il tempo che ci è stato affidato riceveremo il premio eterno.

Ho usato una similitudine per dimostrare che non serve a niente rifiutare ciò che ai nostri occhi può sembrare una “condizione di vita da cambiare”, tutti noi abbiamo una strada da percorrere e siamo liberi di cambiarla, ma cosa troveremo sul percorso che abbiamo scelto di intraprendere?

La verità è soltanto una, siamo chiamati alla santità e il Padre che è nei Cieli ha già predisposto tutto molto prima. Siamo stati creati per vivere sulla Terra e portare con dignità la nostra croce è un dovere di ogni cristiano, ma fare opere di bene è fondamentale. A questo proposito ogni cristiano cattolico dovrebbe fare riferimento alle opere di misericordia corporale e spirituale, sono pratiche richieste da Gesù, come ci narra Matteo (25:35-36) per esprimere misericordia, perdono per i nostri peccati, e per meritarsi il suo Regno. Giacomo (2:15-17) ci insegna che una fede senza opere è inutile e morta. La tradizione cattolica ne elenca due gruppi di sette, in conformità al catechismo di San Pio X e a quello tridentino.

Le sette opere di misericordia corporale: nutrire gli affamati, visitare i carcerati, seppellire i morti, vestire i nudi, prendersi cura dei malati, dare riparo ai viaggiatori, offrire da bere agli assetati.

Le sette opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

Verrà un giorno non lontano che ci presenteremo davanti al nostro Creatore e cosa gli diremo?
Che abbiamo rifiutato la sua grazia?
Oppure che non abbiamo fatto opere di bene?
Che pur avendone i requisiti non abbiamo aiutato coloro che ne avevano bisogno?

Potrei continuare ad elencare moniti per molte altre pagine, ma preferisco fermarmi qui per dare al lettore la possibilità di riflettere sulla propria esistenza.

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Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.


Vangelo di Matteo (Mt 5:12)

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Nei Messaggi del Cielo di MIO PICCOLO FIORE si legge spesso l’aggettivo “Piccolo”. Questa definizione di piccolo, tanto cara a Gesù, ha una sua peculiare spiegazione.

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