Antonio Ruffini

T: 6 min.

Antonio Ruffini una vita per gli altri

La sua gioventù

Antonio Ruffini nasce a Roma nel 1907 per la festa dell’Immacolata, 8 dicembre, battezzato con questo nome in onore a Sant’Antonio. Primogenito di tre fratelli, cresce in una famiglia devota e fin da piccolo dimostra un atteggiamento molto premuroso verso i poveri. Sua madre muore prematuramente e Antonio risente negativamente di questa perdita fin da molto giovane. Frequenta solamente la scuola elementare, ma fin da piccolo sente di pregare con il cuore piuttosto che con i libri. A 17 anni ha la sua prima visione di Gesù e Maria e decise di risparmiare i suoi soldi guadagnati duramente per andare in Africa come missionario laico. Rimane un anno e visita tutti i villaggi, entra nelle capanne fatte di sterco per prendersi cura dei malati e battezzare i neonati. Poco dopo torna in Italia per il disbrigo di alcune pratiche rimaste in sospeso. Dopo poco torna in Africa per aiutare la gente di quei villaggi sperduti. Amministra fin da subito uno fra i tanti doni ricevuti da Dio, il carisma della xenoglossia (il dono delle lingue).

I Carismi

La sua capacità di parlare e capire quelle lingue straniere, senza averle mai studiate, lasciava sbigottiti. Si racconta, tra chi lo ha visto ed ascoltato, che capiva perfettamente anche i dialetti delle varie tribù. La sua proverbiale figura di guaritore si fa eco tra i villaggi, infatti ad Antonio bastava porre alcune domande alla gente sui loro disturbi. Dio elargiva le guarigioni, i rimedi erboristici che Antonio elaborava e distribuiva loro era solo il mezzo attraverso il quale il Padre Onnipotente operava. Ci racconta: «Non so cosa sto facendo, è tutto istintivo, sento dentro di me di fare così». La fama di “medico” si sparse presto negli altri villaggi.

Le stigmate

La manifestazione delle stigmate insanguinate avviene il 12 agosto 1951, mentre torna dal lavoro come rappresentante di un’azienda di carta da pacchi, lungo la Via Appia, sulla strada che va da Roma a Terracina. Si trova sulla sua Topolino, la storica ed economica automobile della Fiat del dopo guerra, fa molto caldo e Ruffini, preso da una sete stranamente insopportabile, decide di fermare l’auto sul ciglio di una radura per andare alla ricerca di una fontana, che trova poco dopo. Vede una donna a questa sorgente d’acqua, scalza e coperta con un mantello nero. Pensa ad una contadina locale venuta a bere. Appena Antonio arriva, la donna gli dice: «Bevi se hai sete». Ruffini avvicina le sue mani a quelle della donna, che l’aiutava a raccogliere l’acqua per bere qualche sorso, ma vede che l’acqua si trasforma in sangue. Antonio senza capire cosa gli stava accadendo, si rivolge alla signora, Lei gli sorride e subito cominciò a parlargli di Dio, del suo Amore per gli uomini. Antonio rimane molto sorpreso di sentire quelle sublimi Parole, in particolare quelle con riferimento al Sacrificio della Croce.

Antonio Ruffini, stigmate.
Le stigmate.

Quando si risveglia nei pressi della sua auto pensa di aver avuto una visione e Antonio, commosso e deliziato, si avvicina alla macchina per riprendere la strada di ritorno. Seduto al posto di guida prova a mettere in moto la sua Fiat Topolino. Quando sta per avvicinare la tipica chiave “a spillo” al blocchetto di avviamento, si accorge di avere sul dorso e sul palmo delle mani grosse bolle di sangue, come se stessero per sanguinare.

Ferite e carità

Pochi giorni dopo, si sveglia nella notte a causa di un forte rumore di vento e pioggia, si alza dal suo letto per chiudere la finestra, ma vede con suo stupore che il cielo è pieno di stelle e la notte sembra tranquilla. Torna in camera per rimettersi a dormire, ma subito si accorge della presenza di un’insolita umidità ai suoi piedi. Con stupore si accorge che anche sulla schiena, sul dorso e sulla pianta dei suoi piedi sono apparse ferite, come quelle delle mani. Da quel momento Antonio si dedica completamente agli uomini, alla carità, ai malati e all’assistenza spirituale dell’umanità. Antonio Ruffini tenne le stigmate sulle mani e sui piedi per oltre 40 anni. Ferite esaminate da decine di medici che non hanno confermato alcuna spiegazione scientifica. Le stigmate delle mani e dei piedi erano totali, dal dorso fino al palmo/pianta, tuttavia non si sono mai infettate.

Le stigmate, dettaglio.
Le stigmate, dettaglio.

Il suo epilogo terreno come terziario francescano

Dopo poco Antonio entra a far parte del Terz’Ordine di San Francesco e decide di fare voto di obbedienza. Si dice di lui che era un uomo molto umile. Ogni volta che qualcuno chiedeva di vedere le stigmate, mormorava una breve preghiera, baciava il crocifisso, si toglieva i guanti e diceva: «Eccole, Gesù mi ha dato queste ferite e se lui vuole me le può anche togliere».

Ruffini e il Papa

Padre Paul Kramer qualche anno fa scrisse questi commenti a proposito di Ruffini: «Sono andato spesso a trovare Antonio, nella casa ospitante, per molti anni. All’inizio degli anni ”90 qualcuno gli fece questa domanda a bruciapelo: “Giovanni Paolo II è il Papa che farà la consacrazione della Russia?”. Rispose: “No, non è Giovanni Paolo II e non sarà nemmeno quello dopo, ma quello ancora dopo, è lui che consacrerà la Russia alla Madonna”».

Quando si ammalò gravemente, nel letto ripeteva con veemenza che le ferite alle sue mani, simili a quelle del Cristo, erano dono di Dio. Antonio Ruffini torna alla casa del Padre all’età di 92 anni, dopo aver trascorso quasi tutta la vita a dispensare consigli, a guarire persone non solo nel corpo ma anche nello spirito, a pregare e a seguire la regola dell’obbedienza di San Francesco d’Assisi. Chi ha avuto la grazia di conoscerlo ricorda il suo semplice saluto, che era: «Pace e bene fratelli e sorelle!».

Cappellina Madonna Addolorata

Il venerabile Papa Pio XII autorizzò la benedizione di una cappella, nel luogo dove Ruffini ricevette le sue stigmate, sulla Via Appia.

Don Giuseppe Tomaselli, Sacerdote Salesiano ed Esorcista, è stato un grande taumaturgo ed amico di Antonio, scrisse su di lui un libretto dal titolo: Sotto il cielo di Roma, nel quale asserisce che anche Ruffini ricevette il dono della bilocazione.

Come raggiungere il luogo dell’apparizione:

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