Imprimatur

Imprimatur

Nihil obstat quominus imprimatur.

Nulla osta a che si stampi, è l’antico brocardo latino con il quale Santa Madre Chiesa autorizzava la divulgazione delle copie di libri e rivelazioni private.

In questa pagina si descrive l’origine dell’imprimatur. Visioni e locuzioni sono spesso citate nella Bibbia, esse sono opera dello Spirito Santo, come si legge nel discorso di Pietro a Pentecoste, in cui cita il profeta Gioele (At 2:17). Nell’ambito della mistica visioni e locuzioni non fanno direttamente parte dell’organismo soprannaturale della vita cristiana, che invece è formato dalla grazia santificante, bensì dalle virtù infuse dai doni carismatici dello Spirito Santo. Esse sono un fatto importante nell’azione evangelizzatrice della Chiesa. Pietro ha visioni che lo guidano ad aprire il Vangelo ai pagani (At 10:3) e così pure Paolo ha visioni che lo indirizzano nell’evangelizzazione (At 16:9).

Con la definizione “Rivelazione privata” vengono caratterizzate visioni e locuzioni orientate a suscitare maggior adesione alla rivelazione pubblica e definitiva, ma anche a convalidare un maggior senso di appartenenza alla Chiesa. La santità, anche la più alta, può avvenire senza che il soggetto abbia mai avuto doni straordinari, essendo che “…il vincolo della perfezione è la carità” (Col 3:14).

Il CCC n° 67 assevera:

“Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni private, alcune delle quali sono state riconosciute dalla Chiesa. La caratteristica con la quale sono considerate non è quella di completare la rivelazione definitiva di Cristo, attraverso le Sacre Scritture, ma di viverla come un compendio per una determinata epoca storica … Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi Santi alla Chiesa”.

Tali doni straordinari devono essere accolti con gratitudine e consolazione, cioè devono essere accolti nell’amore verso Dio e verso i fratelli. Sempre deve essere chiaro che lo Spirito Santo distribuisce i suoi doni (Cor 12:11) “come vuole, quando vuole e a chi vuole”.

Effetti in assenza del Nulla osta o Imprimatur.

In riferimento alle rivelazioni private il Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium n.12 – Costituzione Dogmatica della Chiesa – pone i carismi straordinari in connessione con l’azione della Chiesa:

“E questi carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adatti e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione. I doni straordinari però non si devono chiedere imprudentemente, né con presunzione si devono da essi sperare i frutti dei lavori apostolici, ma il giudizio sulla loro genuinità e ordinato uso appartiene all’Autorità ecclesiastica, alla quale spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (Ts. 5:12; 19-21)”.

Nella prima lettera ai Corinzi (Cor 14:1) si legge:

“Ricercate l’amore e desiderate ardentemente i doni spirituali, principalmente il dono di profezia”.