Nella Pratesi

Nella Pratesi

T: 6 min.

Nella Pratesi

Nella Pratesi
Rara foto di Nella

Sinossi

Quando la fede è tutto

La crocefissa del Valdarno, così è stata definita da alcuni scrittori/autori della sua breve vita, che termina con una dolce e “strana morte”. Dopo un susseguirsi di patimenti, la sua dipartita avviene con un improvviso sonno estatico. Dio aveva già tracciato il suo percorso, una vita terrena fatta di sofferenze per la salvezza dell’Umanità intera. Le stigma e i forti dolori debilitano la vita di Nella che è costretta a vivere i suoi ultimi anni in un letto, ma Dio ha in serbo grandi cose per Lei e le grazie non si fanno attendere per sua intercessione.

Biografia

Nella nasce a Petrognano di Pomino nel giorno del primo martire cristiano Santo Stefano, giovedì 26 dicembre 1907. Petrognano di Pomino è un borgo del Comune di Rufina, nella città metropolitana di Firenze, in Toscana. Allora come oggi Petrognano di Pomino è rimasto un piccolo agglomerato di case immerse nel verde della valle di Rimaggio, nel cuore del Chianti.

I suoi genitori, Giuseppe Pratesi e Cesira Mozzi, crescono i primi anni di vita di Nella con una solida formazione cristiana. Grazie alla costante presenza dei parroci del borgo e del padre, un assiduo frequentatore degli incontri comunitari, Nella sviluppa fin da subito una spiccata pietà eucaristica. Primogenita di otto fratelli, dopo pochi anni il giovane Giuseppe viene richiamato alle armi e Nella deve aiutare la madre Cesira ad accudire i suoi fratelli.

La mancanza del padre porta la famiglia ad una grave situazione economica. A causa di privazioni e stenti, i primi anni di vita di Nella sono irreparabilmente condizionati da una salute cagionevole. Il ritorno del padre dal fronte, a causa di una grave ferita, permette alla famiglia di riprendersi un po’. Nella approfitta di questa gioia temporanea per dedicarsi anima e corpo all’Azione Cattolica, che diventa ben presto un vero e proprio sodalizio, tanto che poco dopo viene eletta presidente parrocchiale.

Il 1931 è una data che segna indelebilmente la sua vita. Dopo il primo di una lunga serie di interventi chirurgici, motivati sempre da una salute precaria, viene a mancare il padre Giuseppe. Dopo pochi anni ed altri interventi chirurgici peggiora di salute, l’infermità si avvicina sempre più nella vita di Nella. Tra un alternarsi di miglioramenti e peggioramenti, riesce comunque a fronteggiare questa condizione transitoria della sua salute per mezzo della sua fede cristiana, dettata da una marcata e pia accettazione delle prove di Dio, estrazione insegnata dal padre.

Nel 1937 Nella torna da un pellegrinaggio a Lourdes, ma sono i successivi viaggi a Loreto che determinano una ulteriore crescita spirituale.

Dopo soli due anni è costretta a trasferirsi, con la madre ed alcuni fratelli, a Faella in provincia di Arezzo. Il motivo di questo trasloco obbligato è causato dal lavoro dei fratelli, i quali acquistano un mulino. La casa è attigua alla Chiesa di Sant’Iacopo a Montecarelli, nel comune di Pian di Scò.

L’Italia esce dal periodo buio della guerra, è il 1946 e le condizioni della sua salute peggiorano molto, a tal punto che deve ricorrere a diversi e complicati interventi chirurgici. Dopo un po’ di tempo non riesce più ad alzarsi dal letto e si riduce ad una immobilità permanente. La grande fede cristiana le permette di accettare la volontà di Dio nella sua gracile vita. Accetta tutto con una serenità spiazzante, tant’è che il personale medico si meraviglia per il coraggio con cui affronta la sua condizione d’infermità.

La sua abitazione diventa presto meta di pellegrinaggi, molte persone si recano a farle visita con l’aspettativa di ottenere un consiglio o per esser confortati per le vicende della vita. Nella non nega a nessuno di esser ricevuti e a tutti offre una parola di conforto. Lei che a causa delle sue sofferenze avrebbe dovuto esser confortata e rasserenata, elargisce agli altri questo privilegio.

Il 15 settembre 1951 segna la data d’inizio di una serie di visioni, vede la croce di Cristo e sperimenta sul suo gracile e provato corpo le sofferenze della crocifissione. Iniziano in questo periodo storico della sua breve vita a manifestarsi straordinari fenomeni di natura mistica.

Il 30 ottobre 1953, dopo aver ricevuto la Comunione, le compaiono i segni della Passione di Gesù. I dolori sono ogni giorno sempre più forti, dal suo costato, dai polsi e dai piedi esce sangue. Alcuni suoi fratelli si danno il cambio per accudirla e cercano di far rimanere nella segretezza questa serie di eventi straordinari, ma ben presto si sparge la voce dai vicini casa, che sovente l’accudivano quando non erano disponibili i fratelli. La sua sofferenza diventa ben presto di dominio pubblico, molti chiedono di conoscerla, parlarci o solo vederla.

Nella soleva condividere con il suo padre spirituale alcune sue riflessioni. Una in particolare ci ha molto colpito, perché esprime la sua grande fede in Gesù e Maria, e la consapevolezza della sua vita come mezzo di espiazione. La riproponiamo qui sotto:

Settembre 1955
Penso come il Signore si serva del mio stato di patimento per dare al prossimo l’occasione di opere di bene. Tanti si degnano di visitarmi in mezzo ai miei dolori, Maria e il Divin Figlio vengono a visitarmi per consolarmi dandomi il tesoro del patimento unito alla rassegnazione.

Abbiamo raccolto queste esigue informazioni su Nella per la cura delle annotazioni scritte in un diario, che il suo direttore spirituale Don Aldo Romoli, cappellano di Faella, teneva e fedelmente aggiornava tutte le volte che incontrava Nella.

Il 23 marzo 1958 Nella Pratesi muore in fama di santità. Come da lei richiesto, viene sepolta nel piccolo cimitero di Montecarelli, vicino alla Chiesa di Sant’Iacopo.

Cimitero di Montecarelli
Cimitero di Montecarelli

Il 23 aprile 1958 molta gente arriva a Faella da tutte le province, vicine e lontane, la sua casa è un susseguirsi di visite ed omaggi.

Il 4 aprile 2000 la Serva di Dio Nella Pratesi ottiene il “Nulla Osta” dalla Congregazione delle Cause dei Santi, per l’avvio del processo di beatificazione.

Il 17 giugno 2000 Monsignor Luciano Giovannetti vescovo di Fiesole, presiede nella Cattedrale il rito di apertura del processo diocesano informativo sulla vita e le virtù per la sua beatificazione.

Il 13 settembre 2003, alla vigilia della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, Monsignor Luciano Giovannetti presiede nella Cattedrale di Fiesole la sessione conclusiva del processo i cui atti sono consegnati alla Congregazione delle Cause dei Santi.

0 0 voti
Quanto ti è piaciuto?
Condividilo su:
guest
In accordo alle norme sulla Privacy si consiglia l'uso di un nome di fantasia o un soprannome se l'email è personale.
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments