Il Signore Gesù richiama i suoi figli al pentimento, prima della Purificazione e della sua Venuta Intermedia.
Mio Signore, tutta tua voglio essere. Senti il mio cuore, batte per Te, solo per Te, perché Tu sei il mio Re.
Re di Amore, perché rechi a me consolazione e gioia nel mio essere. Sì, Tu sei al centro del mio cuore, perché ovunque io vada Tu sei sempre con me.
«Figlia, Io lo so che mi ami e ami anche il prossimo, e questo è un bene. Osserva sempre la mia Parola.
Io sono venuto nel mondo facendomi uomo, prendendo le vostre sembianze per redimervi dall’eterna dannazione; ma molti di voi l’hanno dimenticato, hanno sotterrato questo mio Amore, mettendomi da una parte nel loro cuore. Guai a coloro che agiscono con questi pensieri, sia giammai. Tornate con il credo della fede in voi, alzando le mani al cielo, chiedendo perdono, pietà.
Generazione dove vai senza di Me? Non ti compiacere del peccato, un giorno ti verrà chiesto:
Perché figlio mi hai voltato le spalle?
Eppure Io ti ho amato sino ad accettare il martirio della Croce e tu te ne vuoi andare nel mondo, per avere che cosa? Meriti! Solamente affanni il mondo ti dà.
Pensa, un tempo, trascorso qui nel tuo esilio, tutto finirà per comparire di fronte a Me, al mio giudizio. Su questo non ti interroghi? In questo tuo peregrinare? Non è la vera vita che stai passando, la vera vita è qui, nel mio Regno di Amore eterno.
Prima che Io ritorni sulla Terra, in questa mia Venuta Intermedia, ritorna a Me. Non vedi come ti aspetto, ti aspetto sopra questo Santo Legno di Croce, dove allargo le mie Braccia Divine per dirti:
Vieni figlio mio.
Venite voi tutti, il mio Cuore ha sete del vostro amore, donatemi amore e le mie Braccia vi solleveranno in alto, donandovi la grazia eccelsa per far tornare in voi la creatura nuova1. In questa veste nuova affronterete la purificazione, che dovrò mandare, per dare un nuovo equilibrio a questo vostro mondo.
Il Signore Gesù ha parlato a questa mia figlia amata. A tutti voi figli miei vi dono la mia Pace. La Santissima Trinità. L’Amen».
Questo messaggio ha una chiara ed esplicita collocazione al rinnovamento, all’uomo nuovo, con la grazia di Cristo. Tale riferimento si trova nella seconda lettera ai Corinti. Questa lettera presenta alcuni salti all’interno della sua esposizione. Questa cosa fa pensare che in essa si siano fuse due o più lettere di Paolo, scritte in momenti e in occasioni differenti. Il brano fa parte della cosiddetta “lettera polemica”, scritta dall’apostolo per ribadire la validità del proprio operato davanti ad alcuni predicatori arrivati a Corinto, i quali si avvalevano di una personalità affascinante e di doni soprannaturali. Paolo ricorda che seguire queste personalità è rimanere nell’uomo vecchio, nello stile del mondo che cerca il successo e i facili entusiasmi. Egli esorta i Corinti a diventare una creatura nuova. Il periodo vecchio ormai è passato, ma c’è una nuova epoca a cui i credenti in Cristo possono partecipare, attraverso la riconciliazione con Dio.
I predicatori giunti a Corinto avvaloravano le proprie parole con esperienze estatiche, per le quali i Corinti erano molto sensibili. Paolo nel versetto precedente a questo ricorda che tali manifestazioni sono ancora opere della carne. Il credente in Cristo invece è una creatura nuova e deve lasciare perdere le opere della carne, le cose vecchie. L’espressione creatura nuova è citata anche nei versetti dell’Apocalisse. Infatti è scritto che alla fine del mondo (al ritorno di Cristo) ogni persona diventerà una creatura nuova. Paolo prende in prestito il significato e lo adatta al messaggio evangelico. La creatura nuova (secondo Giovanni) si realizzerà alla fine dei tempi, ma già da ora chi crede in Cristo è una creatura nuova. L’esperienza di liberazione portata da Cristo per il singolo credente è pari allo sconvolgimento della fine dei tempi, è l’irrompere di una nuova epoca.
2 Corinzi 5:17
Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
