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Signore sono qui, aspetto la tua Parola Giusta e Santa. Gesù Amore, Figlio della Santissima Vergine Maria. Nel suo seno verginale t’incarnasti, venendo sulla Terra attraverso di Lei come un raggio di sole oltrepassa un cristallo senza infrangerlo. Ecco Colui che È, il principio e la fine di tutte le cose, l’Amore Eterno, Luce che squarcia le tenebre.

«Ed ora scrivi mia amata figlia, sempre accorta e predisposta alla mia voce. Io sono Colui che grida nel deserto del cuore dell’uomo, per far sì entrare la mia Pace, ma quanti cuori chiusi Io Gesù vedo! Non c’è spazio per Me, da troppi idoli oggi il cuore dell’uomo è contornato, il mio Messaggio di Consolazione e Amore corre veloce, come un lampo attraversa tutto il creato, ma nel creato c’è troppo rumore, viene dissotterrato, messo da parte e, sempre di più, l’uomo sprofonda nella desolazione, che porta alla disfatta dell’anima e l’anima geme, si dibatte ed il mio eterno avversario è pronto ad infettarla con il suo veleno, facendolo sembrare cosa buona e salutare.

Figli, vi dico:

“Questa generazione non passerà finché non abbia visto il mio ritorno intermedio sulla Terra”.

Nella mia venuta vengo a ristabilire il giusto equilibrio di tutte le cose e la vera Pace nei cuori che il mondo non sa dare, ma guai a coloro che non vengono da Me, nella mia chiesa, ad essi, a coloro che si reputano figli miei Io Gesù dirò:

“Non ti conosco”.
Ed allora sarà pianto ed amarezza di cuore.

Verrò come un ladro di notte1, siate pronti, sempre con la lampada accesa, la lampada della Fede! Il vostro cammino non sia altalenante, ma un cammino fermo e costante, ben radicato nella mia Parola, nell’aderire ad Essa con audacia, fermezza e costanza. Chiedetemi figli miei la Sapienza ancor più dell’intelligenza, perché la Sapienza viene da Me arrivando alle porte del vostro spirito, per parlare ad esso, facendo gioire l’anima, di conseguenza il vostro corpo, tempio dello Spirito Santo. Io Sono Colui Che Sono, nella Sapienza Mi trovate, inebriatevi di Essa.

Ed ora figlia amata, fai conoscere ai miei figli, tutti preziosi agli occhi miei, questo Messaggio. Gesù vi dona la sua Benedizione, andate nella mia Pace. La Santissima Trinità. L’Amen».

Nota 1

Il concetto della incertezza del tempo in cui Cristo verrà è svolto brevemente in 1Tessalonicesi 5:1-3; mentre l’apostolo si sofferma più a lungo in 1Tessalonicesi 5:4-11 sul dovere dei figli della luce d’esser vigilanti e sobri mentre aspettano la salvazione loro destinata in Cristo. Nel loro insegnamento orale Paolo ed i suoi coadiutori avevano proclamato la certezza del Ritorno di Cristo, ma circa l’epoca precisa di quell’evento futuro avean dovuto limitarsi a dichiararla ignota, come prima di loro avean fatto Cristo stesso. Certo è però, che, per un complesso di cause, i cristiani della prima generazione considerarono come vicino il Ritorno di Cristo. Le antiche profezie presentavano il “giorno del Signore”, che chiudeva il loro orizzonte, in un quadro unico, come giorno ad un tempo di salvezza e di giudizio; l’umiliazione e la gloria del Servo di Yahweh non parevano separato da alcun intervallo; talune parole di Cristo relative ad un suo non lontano “venir nel suo regno” Matteo 16:28; da confr. con Marco 9:1; Luca 9:27; Matteo 24:34; 26:64 disgiunte da altri suoi insegnamenti sul lento e progressivo svolgersi del regno di Dio nel mondo, potevano intendersi del suo glorioso Ritorno finale anziché di un suo speciale intervento; mancava la conoscenza di un elemento del problema cioè dell’estensione della terra abitata e della popolazione da evangelizzare; mentre poi non facevan difetto la naturale tendenza dell’uomo a determinare quel che Dio ha voluto lasciare indeterminato. Sembra che i Tessalonicesi non solo dividessero l’opinione dei primitivi cristiani, ma l’esagerassero al punto da considerar la Parusia come imminente. Cfr. 2Tessalonicesi 2:2.

1 Tessalonicesi 5:2

«Infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore».

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